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Tumore del rene, ogni anno 6840 diagnosi per caso

Oncologia Redazione DottNet | 22/06/2017 15:10

Il 60% delle nuove diagnosi avviene per controlli eseguiti per altri motivi

Nel 2016 in Italia sono stati registrati 11.400 nuovi casi di tumore del rene. In tutto il mondo ogni anno se ne stimano circa 338mila (925 ogni giorno, uno ogni 90 secondi). Quasi 6.840 persone ogni anno nel nostro Paese scoprono per caso la malattia: il 60% delle nuove diagnosi avviene infatti grazie a controlli eseguiti per altri motivi. Individuare per tempo la neoplasia è fondamentale, perché le possibilità di guarigione superano il 50%, ma ancora troppe persone ignorano i principali fattori di rischio come fumo di sigaretta, obesità e ipertensione. È emerso in Senato, alla presentazione della prima giornata mondiale contro il tumore del rene. "Il fumo aumenta del 54% le probabilità di sviluppare la malattia fra gli uomini e del 22% fra le donne" afferma Giuseppe Procopio, del Direttivo nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica)- mentre al sovrappeso va ricondotto il 25% delle diagnosi. Anche l'ipertensione arteriosa è un fattore di rischio importante".  

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"Nei tumori renali la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate, storicamente, poco efficaci - sottolinea Michele Gallucci, Direttore dell'Urologia all'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena - L'intervento chirurgico, conservativo quando possibile, è spesso la sola arma per la guarigione". "Un tempo l'asportazione totale del rene era indispensabile, oggi è programmata in casi particolari - aggiunge Francesco Cognetti, Presidente Fondazione 'Insieme Contro il Cancro - la chirurgia robotica mininvasiva permette di preservare la maggior quota di rene 'sano' senza differenze nelle possibilità di guarigione".    La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari al 71%, statisticamente più elevata della media europea (60,6%). Circa un quarto dei pazienti va incontro a recidiva. Nel 2016 lo scenario terapeutico europeo si è arricchito. Da un lato l'immunoterapia e dall'altro i nuovi inibitori tirosin-chinasici fra i quali il cabozantinib, che ha evidenziato miglioramenti nella sopravvivenza globale, progressione libera da malattia e tasso di risposta obiettiva. 

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